“Nel karate tradizionale con il ripetere costante degli esercizi si dovrebbe raggiungere la perfezione, l’armonia del corpo, cioè dovrebbe far sì che il corpo, la mente e lo spirito diventino tutt’uno. Tuttavia le competizioni sono importanti, perché hanno anche il loro lato educativo, che nei ragazzi è molto importante; servono anche a socializzare e a migliorare i rapporti sia tra le diverse società sia tra atleti di diverse regioni.
“La competizione serve a formare l’atleta, forgia il carattere, rafforza lo spirito, disinibisce il partecipante, aumenta la concentrazione nell’esecuzione della tecnica, annullando del tutto il lato emotivo.
“Le gare servono a pubblicizzare il karate, rendere pubblico il nostro modo di fare karate; a mio avviso, un mezzo per pubblicizzare ancora di più il karate tradizionale è snellire le procedure delle gare e aumentare le esibizioni.
“A questo proposito è necessario far rilevare che la nuova generazione non è propensa alla partecipazione alle gare (questo l’ho potuto rilevare in quanto nell’arco di dieci anni sono diminuiti di molto i partecipanti), perché la partecipazione alle gare richiede un maggior impegno da parte dell’atleta negli allenamenti, e di conseguenza di sacrificare molto di più il suo tempo libero”.
Che valore ha per te il dan e qual è il tuo rapporto con i gradi superiori e inferiori al tuo?
“Il dan è un grado che serve a gratificare cioè un modo che il maestro ha per dire all’allievo “bravo, con i tuoi sacrifici hai raggiunto uno scopo”; più importante del dan è quello che si è assimilato in sé, attraverso l’esercizio, quello che si è capito dell’arte del karate. Come ogni disciplina si richiede impegno fisico e mentale. Però oggi si nota che molti praticanti mirano ad avere il dan con facilità, senza affrontare gli allenamenti più impegnativi che portano all’acquisizione di esso.
“L’allenamento serve a far migliorare la tecnica, a far diventare più umili e a togliere il proprio egoismo, quindi fa accrescere una qualità essenziale per l’uomo, che è il rispetto per il prossimo. Lo studio del karate mi ha impegnato ad avere rispetto sia dei gradi superiori sia inferiori al mio, perché ho sempre sostenuto che tutti in un modo o nell’altro hanno qualcosa da insegnarti. Questo è anche il mio stile di vita, nel lavoro giornaliero, cerco, e mi sforzo sempre di rispettare i miei collaboratori, e cerco anche di vedere sempre il lato positivo dell’essere umano”.
La Fikta soddisfa le tue aspettative? Perché hai fatto questa scelta? Aspetti positivi e negativi
“La Fikta soddisfa la mia aspettativa così come farebbe qualsiasi altro organismo amministrativo burocratico, io non ho scelto, seguo da circa 40 anni il maestro Hiroshi Shirai e continuerò a seguirlo, gli aspetti positivi sono che noi della Fikta ci conosciamo tutti in quanto abbiamo, chi più chi meno, iniziato insieme, per cui oltre l’aspetto professionale ci lega anche l’aspetto affettivo, i lati negativi sono dovuti alle distanze tra le regioni e la sede centrale”.
Dati Personali
Età: 59 anni
Titolo di studio: diploma dell’istituto tecnico nautico
Anno di inizio pratica: 1964
Anno di acquisizione del 1°dan: 1972
Anno di acquisizione del 6° dan: 1999
Anno di acquisizione della qualifica istruttore: 1974
Anno di acquisizione della qualifica di maestro: 1977
Cariche federali attuali o passate: presidente regione Sicilia e responsabile arbitrale regione Sicilia
Società: Ren-bu-kan, via Unione sovietica 43, 96100 Siracusa, tel 3389922968.
Per gentile concessione della rivista Samurai Banzai
Mese di Giugno - Anno 2004 |