Il Dr. Maganzini può essere soddisfatto, è riuscito ad organizzare, con la presenza del Maestro Kobayashi, un ottimo stage di Aikido.
Cento i praticanti giunti da varie città, molti dei quali dall’estero: Francia, Svizzera, Germania.
Devo avere ormai la passione dell’intervista perché appena saputo della venuta di Kobayashi a Chiavari mi son detto: “Perché non andarlo ad intervistare”. Pensato, fatto; d’altra parte conosco da tempo Maganzini ed un maestro invitato da lui non può essere che sinonimo di garanzia.
Il colpo d’occhio che si aveva dalle scale del Palazzetto dello Sport di Chiavari, durante lo stage, era grandioso: tutto il palqué pieno di praticanti silenziosi, ed attenti.
Si respirava aria di altri tempi, ricordandomi la visita che avevo fatto all’Hombu Dojo dell’Aikikai di Tokio. Difficile era localizzare fra tanti praticanti Kobayashi, eppure si percepiva la sua presenza e la sua energia. I praticanti erano sudati, attivi eppure nel loro volto non si leggeva stanchezza, ma gioia ed una certa serenità.
Alla fine dello stage, dopo lo scambio di doni e il cerimoniale molto tradizionale di rito vengo presentato al Maestro Kobayashi.
Con lui conosco i maestri Gian Piero Savignago IV Dan e André Cognard V Dan.
Mi colpisce Cognard, il maestro francese è di mole imponente, i suoi occhi esprimono la grande passione ed il grande amore che ha per l’Aikido e mi rammenta che un’arte non è monopolio di nessun popolo.
Il maestro Kobayashi è di piccola statura, corporatura forte, gli avambracci ti fanno capire gli anni di intensa pratica, capelli brizzolati, dal sorriso sembra il classico furbo uomo d’affari giapponese. Quando gli sei vicino senti entrarti una certa serenità, i suoi modi pacati, ti da l’impressione di chi non vuole interferire nel mondo degli altri.
Ha l’atteggiamento che ho riscontrato in tutte le persone che hanno trovato nella loro arte delle certezze.
Provo subito una grande simpatia, se non amassi in modo viscerale il Kung Fu e il Kalary Payat praticherei subito l’Aikido, con lui.
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