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C'era una volta... ieri!

di Franco Franchi

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Rosario Capuana – Il tremito dello scopo

Camminare su di un asse posata sul pavimento rappresenta un esercizio privo di qualunque difficoltà: nessuna titubanza né ondeggiamenti. Lo stesso asse, posto tra due balconi a dieci piani d’altezza diviene impercorribile: interviene il cosiddetto tremito dello scopo, vale a dire quell’ansia, spesso ingovernabile, che in campo agonistico, si chiama “paura di vincere”.

Quella che afferrava Rosario Capuana, uno degli atleti più completi che la scuola di Shirai abbia forgiato. Un uomo che della natia Sicilia aveva mantenuto il carattere forte, spigoloso, emozionale, impenetrabile. Un combattente formidabile, spettacolare, intelligente, generoso che, tuttavia, nel momento finale, quando si trattava di andare a cogliere il frutto maturato con tenacia e determinazione, veniva colto dal gelo della esitazione.

Capuana ha saputo regalare al karate italiano combattimenti da antologia, come nella semifinale dei campionati mondiali di Tokyo, nel 1977, contro il grande Tanaka che vince semplicemente alleandosi con le incertezze del suo avversario: purtroppo il valore non fa albo d’oro. Ma consente ad un grande atleta di trasferire ad altri le certezze della sua tecnica, i segreti della sua preparazione, i vantaggi delle sue strategie.

Come ha fatto Rosario Capuana che alla guida della nazionale di kumite è riuscito a trasformare, nel vero senso della parola, molte individualità andando a scovare dentro di esse qualità che altrimenti non sarebbero mai affiorate.

In questo senso, Capuana è stato l’unico dei miliziani di Shirai ad entrare nello spirito del karate inteso come fatto squisitamente sportivo fuori delle logiche delle scuole e dei rimpianti.

Parlare con lui è sinceramente difficile. Per capire il suo atteggiamento mentale di fronte alle situazioni organizzative che hanno travagliato il karate italiano possono, comunque, bastare i suoi comportamenti. Che sono quelli di un professionista dello sport che deve dare una prestazione il cui valore sta nei risultati di chi si è affidato a lui per crescere sul piano tecnico e atletico, così come un medico non fa questioni sulla collocazione politica e sociale di un paziente: il suo compito è solamente quello di guarirlo o di farlo stare meglio.

Ed il risultato sarà tanto più sicuro quanto più il suo aggiornamento sarà continuo, il suo strumentario tecnicamente avanzato. Quello che caratterizza il presente di Rosario Capuana sempre impegnato a migliorare sé stesso e la sua palestra nuova di zecca alla quale sta dedicando tutto sé stesso: uno scopo raggiunto senza tremiti!

Per gentile concessione della rivista Samurai
Mese di Ottobre - Anno 1988
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