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Amatori: l'unica sfida è con se stessi
Salto nel vuoto

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di Ferdinando Balzarro

L’unica sfida che concepiscono è quella con se stessi. L’unico avversario che vogliono battere è la comune inclinazione ad arrendersi al cospetto delle difficoltà. L’unica aggressività che mostrano è rivolta contro la loro pigrizia. L’unico obiettivo che vogliono raggiungere è un sano rapporto con se stessi e una instancabile ed equilibrata brama di capire, di apprendere, di migliorare. Loro sono il pilastro portante delle palestre, la linfa vitale delle federazioni, il concreto supporto economico dei bilanci sempre in rosso che assillano le piccole come le grandi società sportive, i volonterosi dirigenti dei comitati regionali, gli organizzatori di prestigiosi eventi agonistici. Proviamo a domandarci cosa accadrebbe se non ci fossero loro. Proviamo a chiederci, se non esistessero quelle migliaia di praticanti, quelle migliaia di amatori di cui le varie federazioni si fanno vanto dichiarando (e spesso millantando) numeri da capogiro, cosa ne sarebbe del nostro tanto celebrato karate? Forse sarebbe costretto a tornare alla sua originale versione esoterica, ricominceremmo a praticare nelle cantine, quasi di nascosto per non correre il rischio di essere scoperti e banditi come extra comunitari senza permesso di soggiorno. Ma no! No! Possiamo stare tranquilli! Gli amatori, malgrado rappresentino un popolo senza voce e senza diritti, malgrado sia l’unico caso al mondo dove la maggioranza viene privata perfino della elementare possibilità di esprimere con il “voto” il suo modesto parere sulle travagliate vicende federali, sono anche i praticanti più fedeli, e più disponibili, e con minori esigenze, salvo una: quell’unica e importantissima e irrinunciabile di essere almeno rispettati per la loro dignitosa e ostinata volontà di esistere.

Grazie a miei numerosi stage percorro l’Italia in lungo e in largo. Ogni anno incontro centinaia di persone di età diversa, di diversa cultura e di diversa esperienza. Molti di loro sono maestri, altri solo appassionati praticanti, ma in tutti avverto lo stesso entusiasmo, la stessa voglia di imparare, il medesimo desiderio di scoprire cosa di grande o di nascosto può ancora offrire loro quell’arte esotica e misteriosa che tanti anni prima avevano scelto enon si sono più stancati di amare. Il corso, così detto avanzato che tengo nella mia palestra di Bologna tre volte la settimana, è formato per la maggioranza da allievi che mi seguono da almeno trent’anni. Alcuni erano poco più che ragazzini, ora sono uomini fatti, sono padri di famiglia, ricoprono incarichi di responsabilità; tra loro ci sono medici, ingegneri, professori universitari, direttori d’orchestra, imprenditori, avvocati, cuochi,falegnami, operai, vigili del fuoco, muratori. Giungono puntuali, hanno ancora sulla pelle e nello sguardo il peso di una giornata di lavoro, forse più faticosa del solito, forse più preoccupante del solito. Indossano tutti lo stesso keikogi bianco, portano con orgoglio quasi infantile la cintura nera alla quale continuano ad attribuire il medesimo romantico valore di quando, un giorno assai lontano, superarono l’esame.

E’ a loro che voglio dedicare queste poche righe. Alla loro passione, alla loro modestia dedico i miei sforzi di oggi e di domani per tentare di concepire quest’arte in maniera sempre più autentica, sempre più completa e cercare di coglierne gli aspetti più profondi, quelli che nascono dall’interno, quelli che ti costringono ad ascoltare il corpo, avvertire il battito del cuore, lo scorrere del sangue, il flusso del respiro, il vibrare dello spirito.

A volte credo di smarrirmi. E’ difficile liberarsi delle abitudini, scrollarsi dalle spalle le certezze, rinunciare ad un sentiero ben battuto per proseguire il cammino ove ancora non si intravedono che deboli tracce. A tutti loro, alla loro modestia, alla loro fedeltà, alla paziente fiducia che non si sono mai stancati di accordarmi, dedico queste mie ansie e queste mie paure e il mio prossimo, forse ultimo, salto nel vuoto.

Per informazioni: Ferdinando Balzarlo e-mail Ferdbalz@tin.it, www.nbkarateclub.it

Per gentile concessione della rivista Samurai
Mese di Marzo - Anno 2003
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